È notizia di ieri che un uomo di origine egiziana ha sequestrato e minacciato con un coltello un “vigilante” all’interno del Duomo di Milano. Per ora sembrerebbe essere esclusa la matrice terroristica. I media hanno subito dato, giustamente, risalto all’accaduto, ma molti hanno erroneamente indicato il vigilante come “una guardia giurata”. Infatti l’uomo aggredito è un dipendente dei cosiddetti “servizi fiduciari”, ovvero una guardia non armata, spesso comunemente chiamato “portiere”. Molti magari si chiedono quale sia la differenza. Relativamente alla gravità dell’episodio di ieri nessuna, anzi, l'UNAL esprime tutta la solidarietà al lavoratore vittima dell’aggressione che fortunatamente non ha avuto un tragico epilogo. Ma la riflessione di fondo da fare è che il vigilante è stato bersaglio del malintenzionato per il solo fatto di indossare una divisa.
giovedì 13 agosto 2020
Addetto ai servizi fiduciari (portiere) preso in ostaggio all'interno del Duomo di Milano
Non è la prima volta che ciò accade e nonostante sia un rischio quotidiano sia dei dipendenti dei servizi fiduciari che delle guardie particolari giurate non viene mai sottolineato.
È bene che si sappia che i lavoratori dei servizi fiduciari percepiscono una paga base oraria lorda che parte da un minimo di 4,60 euro senza alcuna indennità di presenza giornaliera così come previsto dal CCNL di categoria ormai scaduto il 31 dicembre 2015. Non è possibile che un lavoratore, un essere umano, corra dei rischi simili per una paga a dir poco indegna.
Non è che le guardie giurate se la passino meglio. Gli stipendi, regolati dallo stesso contratto (CCNL per dipendenti da istituti e imprese di vigilanza privata e servizi fiduciari), sono leggermente più alti ma non abbastanza rispetto alle mansioni svolte ed ai rischi che le stesse comportano.
In un passato recente anche codesta organizzazione sindacale ha sollevato il problema e chiesto alle istituzioni un incontro per discutere la questione, ma tranne che in periodo pre-elettorale, la politica purtroppo ha solo finto interesse per la categoria che, come già più volte ribadito, vede il proprio contratto nazionale scaduto e non rinnovato da ben 5 anni nell’indifferenza dei sindacati “firmatari” che ormai pensano più a fare politica che l’interesse dei propri iscritti.
Il settore della vigilanza ha bisogno di una riforma che equipari le guardie particolari giurate alle altre forze dell’ordine per ricevere a fine mese una più dignitosa gratifica economica e la stessa tutela professionale, e che riveda la figura del vigilante non armato e il suo impiego su determinate postazioni, visto che per esempio il Duomo di Milano è considerato un potenziale obiettivo sensibile, ridiscutendo anche il salario mensile.
L'UNAL continuerà a fare pressione perché finalmente si discuta una riforma che dia maggiore dignità ad ogni singolo lavoratore del settore, perché è indegno di un paese civile che questi siano troppo spesso considerati da media e politica lavoratori di serie b.
Francesco Pellegrino
Segretario Nazionale di Categoria di Unal Vigilanza privata