Usmate Velate -
Hanno aspettato che l’autista del portavalori si fermasse a bere un caffè nel bar di via Bettolino e poi hanno fatto saltare il lucchetto del furgone portandosi via un sacco pieno di preziosi, per 8 mila euro circa di bottino.
Il colpo a mezzogiorno
Bonnie e Clyde hanno colpito intorno a mezzogiorno, armati degli attrezzi del mestiere, di una Lancia Y chiara e di una buona dose di informazioni sulle mosse dell’autista. I balordi sono stati notati da qualche testimone e descritti ai carabinieri che giovedì stesso hanno provato a cinturare la zona e venerdì hanno acquisito le immagini del sofisticato sistema di videosorveglianza comunale attivo sul territorio di Usmate. Le forze dell’ordine potrebbero essere sulle loro tracce in queste ore, ma il rischio che la vettura fosse rubata è alto e in questo caso gli elementi a disposizione potrebbero trasformarsi in armi a salve. Tutto è successo poco prima di mezzogiorno.
Il giro del mattino
L’autista del furgone portavalori, un mezzo che reca la scritta “Securpol” sul cofano, era reduce da quasi quattro ore di consegne e ritiri tra il Milanese e il Vimercatese. Partito alle 8 da Milano, si è fermato a più riprese a Sesto San Giovanni, Monza, Cinisello, presso il negozio di preziosi “Histoir d’or” del centro commerciale Il Gigante di Villasanta e poi presso la ditta di luci di Usmate “Fbai”, in via Miramonti. «Qui da noi -hanno spiegato dall’azienda- ha solamente consegnato della merce, prima di mezzogiorno. Si tratta di materiale che ci è stato inviato dai nostri fornitori e che ci serve per confezionare i nostri prodotti». Non è noto quale fosse l’ultima delle consegne previste, ma è certo che si trattasse di un privato di Usmate.
La sosta al bar
Pare che intorno a mezzogiorno la ditta o il negozio non fosse ancora pronta per sbrigare la consegna e che quindi il conducente del portavalori sia stato invitato ad attendere ancora un po’. Allora il giovane ha deciso di fermarsi a bere un caffè in via Bettolino, una strada periferica, parallela alla ex statale 36, con poche attività. Il portellone del furgone era chiuso con un pesante lucchetto esterno, agganciato a placche metalliche avvitate alla lamiera. Deve aver pensato che i preziosi fossero al sicuro.
L’allarme degli operai
È entrato nel bar per bere un caffè ma la pausa si è bruscamente interrotta. Sembra che alcuni operai che stavano lavorando a un cantiere nei paraggi si siano precipitati nel locale avvisando che un uomo e una donna avevano scassinato il furgone. Una volta all’esterno, alla vittima del furto non è rimasto altro che constatare lo scasso: le placche di metallo e il lucchetto erano spariti, il portellone era stato aperto e dal carico mancava uno dei pacchi. I carabinieri sono arrivati sul posto dalla stazione di Arcore e hanno poi invitato il vigilante a seguirli in caserma. Lo hanno sentito a lungo per accertarne la versione e hanno poi acquisito le immagini delle telecamere comunali.
Dopo il colpo, la fuga
Il complesso sistema conta occhi indiscreti su tutti i varchi del confine ed è in grado di tracciare tutte le targhe in entrata e uscita. È plausibile che dopo il colpo l’utilitaria si sia lanciata in tangenziale Est, lasciando traccia nel sistema. Le indagini sono tuttora in corso.
Valeria Pinoia